Darwin diede alla gelosia una spiegazione evoluzionistica: la gelosia sarebbe una "difesa istintiva" della coppia. Il maschio voleva evitare il rischio di allevare figli non suoi (la sua era - ed è rimasta - una "gelosia" sessuale), mentre la femmina aveva paura di essere abbandonata per un'altra femmina, restando così senza sostentamento per sé e per la prole. La gelosia della donna era dunque (e ancora è) una gelosia di tipo "sentimentale", avendo come obbiettivo la continuità del legame. Questa impostazione può essere tranquillamente accettata: per la conservazione della specie era utile che la coppia stesse insieme almeno per alcuni anni, finchè i figli fossero cresciuti un po'. Ma tutto questo nulla a che fare con l'amore.
Secondo uno dei luoghi comuni più insidiosi e tenaci, la gelosia è la cartina di tornasole dell'amore: essere gelosi costituirebbe la prova del fatto che si è veramente innamorati. La società guarda con indulgenza, e con una certa approvazione, alla gelosia. Purchè non sia eccessiva, certo: ma un po' di gelosia viene considerata accettabile, anzi di più: augurabile, se non addirittura necessaria. Il luogo comune distingue insomma una "gelosia patologica", che va respinta, e una "gelosia fisiologica". Niente di più sbagliato: la gelosia non ha nulla a che fare con l'amore.
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